"Torneremo
ad essere un paese normale e credibile quando rottameremo anche i tornelli e si
potrà andare in curva con i bambini, fianco a fianco con i tifosi delle squadre
avversarie", queste le parole di Matteo Renzi, pronunciate dal palco
della Leopolda. Il Presidente del Consiglio ha continuato: "Io sogno il
modello americano, quello delle partite della NBA dove tu non hai paura di
avere accanto qualcuno che tifa per l'altra squadra, anzi magari ti fa anche
piacere confrontarti con lui."
Sorge
subito una domanda: "È davvero possibile importare il modello
americano?".
I pittoreschi tifosi degli Oakland Riders, squadra di football americano. |
La prima ragione di diversità rispetto al mondo sportivo
italiano (o europeo), si nota nella geografia d'oltreoceano: le distanze da
coprire fra le città non sono nemmeno paragonabili a quelle nel belpaese.
I tifosi del basket NBA (e degli altri sport professionistici) difficilmente
vanno "in trasferta" a sostenere i propri beniamini. Per questo
motivo non esistono sezioni per gli "ospiti", nè si è diffusa la
mentalità di attaccare le tifoserie avversarie (che si possono incontrare solo
in casi rari). Tra l'altro, mentre in Europa una squadra è espressione della
propria fede sportiva, nel caso americano la partita diventa soprattutto un
pretesto per far festa. Mascotte, cheerleaders, spettacoli durante gli
intervalli, eventi paralleli e grigliate nei parcheggi: ogni partita è
presentata al pubblico come uno spettacolo a 360° e andare allo stadio è un
modo per passare una giornata in famiglia. Il football o il basket in sé
sembrano avere un ruolo addirittura marginale. Naturalmente negli USA non è
tutto "rose e fiori", perchè spesso la violenza, assente sugli
spalti, si esprime con altri risvolti nella vita quotidiana.
Renzi,
però, non è del tutto fuori strada: qualche aspetto del modello americano può
fornire idee per migliorare la vivibilità degli stadi italiani. Nel campo della
"prevenzione", alcuni club promuovono iniziative che puntano a
rendere la partita della Domenica una vera festa, collaborando con le scuole
calcio e coinvolgendo le famiglie. Sul fronte correttivo, colpire gli eccessi
con fermezza ha dato ottimi risultati anche in Inghilterra, patria degli
Hooligans: la normativa "Daspo" sta funzionando.
Infine
gli USA ci surclassano senza dubbio per la cultura sportiva, in particolare
nelle scuole. Non c'è la pretesa – insensata nel nostro contesto
socio-culturale – di copiarne il sistema, ma in molte High School ed in
qualsiasi College, gli studenti hanno a disposizione strutture sportive per
nulla inferiori a quelle dei professionisti.
In
Italia invece? Quanto si investe nello sport, quello vero, praticato da bambini
e giovani? Un esempio: l'università di Louisville, solo per la propria squadra
di basket maschile, nel 2013 ha investito $19,5 milioni. Incassandone $43,9.
Sicuramente simili eccessi portano in dote anche risvolti negativi, ma rimane
incalcolabile l'abisso di differenza fra la mentalità americana e quella
italiana. I latinisti direbbero "in medio stat virtus"...
di Alessandro Bonfante
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