Tradizioni, costumi e identità si
incrociano, in modo quasi perfetto, nelle sfumature della lingua di un popolo.
Cosa esiste di più unico e insopprimibile?
Attraverso cosa di più autentico si
manifesta l'identità culturale di una persona, se non nella sua lingua? Proprio
per questo motivo, non si conosce mai in maniera totalizzante qualcuno, se non
si comprende la lingua in cui il pensiero riflette e fuoriesce per mezzo della
voce o della scrittura. E' l'elemento primordiale. E' quanto di più naturale
possiede l'uomo in quanto tale e in quanto parte di una collettività.
Per
districare la matassa delle incomprensioni, per sciogliere i nodi
dell'estraneità, occorre scivolare tra le trame ben tessute dell'apparato linguistico
appartenente a chi si ha di fronte. Evitando i malintesi che scaturiscono dalle
parole dal suono uguale, ma dal contenuto opposto, bisogna tentare di
analizzare i toni e le graduazioni della voce che si rivela in forme diverse
dalle proprie.
Questo lo sanno molto bene i ragazzi di AEGEE Verona, che circa
una volta al mese organizzano degli “aperitivi linguistici”. In un miscuglio,
ben riuscito, di divertimento e apprendimento, si pongono come obiettivo la
realizzazione di un dialogo multiculturale, che può avvenire, in maniera piena,
solo cercando di esprimersi in una lingua che non è la propria. Ma, spesso, può
essere difficile grattare via la patina dell'imbarazzo, che si prova quando si
lascia il terreno sicuro costituito dai termini della lingua natia, per
immergersi in quello, meno solido e con poche ancore di salvezza, di un
linguaggio conquistato con lo studio e lo sforzo.
Per questo, i giovani
studenti di AEGEE hanno ideato un gioco per creare relazioni tra i
partecipanti, momentanee o durature, a seconda delle affinità. A chi sceglie di
partecipare all'aperitivo viene subito assegnato il frammento di una carta
francese. A questo punto, ci si deve muovere tra la folla, ricercare chi è in
possesso dei frammenti mancanti e ricostruire il puzzle. In questo modo,
volenti o nolenti, si è costretti a comunicare, rigorosamente nella lingua
conosciuta dalla controparte. I freni inibitori vengono meno, la paura di
utilizzare una lingua diversa viene soppiantata dal divertimento, che comporta
la comunicazione tra persone nuove.
Ma, cos'è AEGEE? E' una delle più grandi
associazioni studentesche d'Europa. L'associazione fu fondata a Parigi nel 1985
e attualmente conta circa 13000 membri. Ha ottenuto il ruolo di osservatore
permanente presso il Consiglio d'Europa.
AEGEE-Verona, invece, nasce circa
un anno fa con lo scopo di favorire la mobilità internazionale e offrire agli
studenti veronesi la possibilità di partecipare ai progetti internazionali.
Oggi conta circa 40 iscritti, le cui adesioni sono state raccolte grazie ai
numerosi eventi che sono stati organizzati in questi mesi: dalle iniziative
volte alla sensibilizzazione degli studenti al voto per le elezioni europee
tenutesi a maggio dello scorso anno, fino agli aperitivi linguistici, che hanno
riscosso molto successo tra i giovani iscritti all'Università di Verona. AEGEE
offre agli studenti possibilità di aprire i propri orizzonti, di superare le
barriere nazionali, ma ancora di più personali, vincendo le timidezze e
preparandosi al mondo del lavoro, grazie ad un forte bagaglio di esperienze.
Non è, infatti, un caso che le statistiche diano gli iscritti ad AEGEE tra i primi a trovare lavoro subito
dopo la laurea.
di Miriam Romano
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