mercoledì 10 giugno 2015

Backstage | Intervista al Professor Fabio Forner del Dipartimento di Filologia, Letteratura, Linguistica



1. Cosa le piace fare nel tempo libero?

Essendo padre di due bambini il tempo libero lo dedico a loro e alla mia famiglia, magari andando al parco a fare qualche passeggiata, per esempio. Per il resto ho sempre avuto la passione per la montagna e ho praticato anche running a livello amatoriale.

2. Le piace leggere? Se sì, predilige qualche genere particolare? Inoltre, legge anche giornali o periodici d’attualità o comunque specifici per la materia che insegna?

Sì, mi piace leggere. Per la lettura di svago, son sempre stato molto appassionato della letteratura inglese dell’Ottocento e del Novecento e dei romanzi italiani contemporanei. Come genere mi piace anche la poesia, che però richiede una lettura più impegnata rispetto alla prosa. Per il mio lavoro, invece, consulto regolarmente riviste specialistiche aventi come argomento principale una corrente letteraria o uno specifico periodo o un autore del panorama letterario italiano, come ad esempio il “Giornale Storico della Letteratura Italiana” o “Italia Medievale Umanistica”.

3. Con quale mezzo di trasporto si reca all’università?

Abitando a Milano viaggio in treno.

4. Le piace viaggiare? Ha qualche città preferita o qualche città che le piacerebbe visitare presto?

Sì, mi piace viaggiare. Devo dire che mi sono rimaste particolarmente impresse per la loro bellezza e anche il patrimonio culturale offerto città come Londra, Dresda e New York. In futuro mi piacerebbe visitare Francoforte e Boston, oltre ad un tour nella parte meridionale degli Stati Uniti (partendo dalla Florida, passando per il Texas e arrivando fino alla California, per intenderci).

5. Il suo piatto preferito?

Da buon lombardo dico: risotto alla milanese.

6. Domanda a bruciapelo: caffè o thè?

Dipende dalle ore della giornata.

7. Le piacciono gli animali?

Sì, soprattutto i gatti: ne possiedo una a casa.

8. Domanda prettamente didattica: è soddisfatto del suo lavoro di docente?

Sì, sono molto soddisfatto del mio lavoro e della possibilità soprattutto di instaurare un dialogo con gli studenti, anche se la cosa risulta più difficile nei corsi di laurea triennale, mentre è più facile nei corsi magistrali o in occasione dei lavori per i progetti di ricerca poiché si ha a che fare con gruppi più piccoli.

9. Ultima domanda: lei è stato un bravo studente con un libretto pieno di 30?

Complessivamente sì, ritengo di essere stato un bravo studente. L’unica cosa che mi è mancata è stato il non aver fatto l’Erasmus, esperienza che io ritengo importante e costruttiva per uno studente.
di Antonio Tarsitani

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