mercoledì 17 giugno 2015

Editoriale | Giugno 2015

Fatti e notizie­: il giornalismo può, forse, prescindere da essi?
Quest’anno, la nostra redazione ha avuto la fortuna di incontrare dei professionisti del mestiere, che hanno sciolto alcuni nodi e hanno in parte corretto quella falsa immagine del giornalismo, che aleggiava nelle nostre menti. Abbiamo raddrizzato il concetto, liberandolo dalle incrostazioni, fino a farlo divenire pietra miliare del nostro giornale.
Alla domanda iniziale, oggi, mi sento di rispondere un no secco. Per partire dalle definizioni, il giornalismo è quell’attività di pensiero diretta a fornire informazioni. Riconoscendo la libertà di manifestazione del pensiero, la nostra Costituzione non fa altro che garantire, quindi, riempiendo di contenuti suddetta libertà e adattandone la forma ai mezzi di diffusione, la libertà di informazione. Una libertà che ha come postulato, come limite, come occasione per il suo esercizio e, soprattutto, come contenuto, i fatti.
Parlare di giornalismo d’opinione, credendo di poter espellere totalmente i fatti da esso, è, non solo un atto di arroganza, ma una mostruosità concettuale.
Giornalista è chi riporta delle notizie. E’ chi insegue i fatti, li ricerca, li rielabora, chi riesce a ricavare dalla realtà la notizia, dandola, poi, in pasto ai lettori.
L’opinione? E’ un contorno. Con questo, non voglio sminuire l’importanza delle opinioni. Ma, semplicemente, affermare che quando queste non sono supportate dai fatti, non solo finiscono per essere vacue e inconsistenti, ma non hanno ragion d’essere. Solamente quando si accompagnano ai fatti, costituendone la parte terminale, limitandosi ad assumere la sostanza di commenti, possono dirsi congrui al mezzo e alla professione di giornalista.
Sostenere che non è importante riportare i fatti come stanno, significa ignorare “l’inderogabile obbligo” del giornalista di “rispettare la verità sostanziale dei fatti” (art.2 l. n.69/1963). Un obbligo che incontra, nel suo percorso, l’interesse del lettore a conoscere la realtà, in un gioco armonico di bilanciamenti che sembra stare in piedi per caso.
L’abilità del giornalista sta nel cogliere, nella multiformità della realtà, ciò che è di interesse per il pubblico. Le notizie si trovano per strada, al mercato, al bar, tra i corridoi del nostro Ateneo. Possono anche venirti incontro, ma la bravura di un giornalista sta nel saperle riconoscere, nel cogliere la palla al balzo, battere sul tempo le altre fonti di informazione, o, quando è troppo tardi, adattare la notizia al proprio pubblico, scegliendo un taglio inedito, un vestito su misura per il proprio target di lettori.
D’altronde, come già detto, l’esserci stesso del giornalismo non trae forse la propria giustificazione nel continuo divenire della realtà che ci circonda? Esisterebbe la libertà di informazione senza il proprio contenuto? L’informazione non è, infatti, la rappresentazione di un fatto?
Per questo e per non ingannare i lettori, abbiamo deciso, da questo numero, di inserire la nuova rubrica “Opinioni”, in modo da tener ben distinti i fatti dai commenti.
Questa distinzione, speriamo, vi aiuterà a non confondere ciò che è realmente accaduto, rispetto alla nostra personale e soggettiva visione delle cose.

Miriam Romano

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