Per molti studenti, si sa, il
Parcheggio all’università è una questione che riguarda difficoltà
a superare gli esami e amore incondizionato per la goliardica vita
fuori dalle aule.
Sorvolando su questi aspetti molto più
teorici e moralisti, si parla invece della situazione di reale
emergenza con la quale molti di noi devono quotidianamente fare i
conti: la difficoltà di trovare parcheggio per la propria
autovettura nei pressi dell’Ateneo e l’obbligo di sborsare
costantemente denari per gli stalli faticosamente conquistati.

La polemica sull’argomento rimbalza
ormai da anni tra tavoli di discussione, stampa locale e social, a
dimostrazione di come i rappresentanti degli studenti delle scorse
amministrazioni e di quelle attuali abbiano già evidenziato la
necessità di una parte seppur minoritaria del gruppo studentesco.
Già nel 2011 si era tentato, in
accordo con l’ESU, di ovviare al problema riservando 40 dei 145
posti esistenti in Via Bassetti (zona Porta Vescovo) a studenti, in
abbonamento a 20 euro mensili. Ma il tentativo non ha avuto successo
e, colpa della lontananza, colpa della necessità di avere la
macchina a portata di chiavi e poterla utilizzare tra una lezione e
l’altra, in un anno non è stata operata alcuna prenotazione.
Le esigenze dell’universitario
infatti sono molteplici, i lavoratori e i genitori si sdoppiano tra
turni e baby-sitting, mentre i pendolari trascorrono in Ateneo la
maggior parte della giornata: in entrambi i casi quella
dell’abbonamento non sembra la soluzione ideale, motivo per cui i
50 posti recentemente riservati da Amt a studenti universitari presso
il Parcheggio Centro (ex Gasometro) a ben 50 euro mensili
riscuoteranno sicuramente, nuovamente, scarso successo.
Ancora lunga e
faticosa sembra la battaglia intrapresa dal Consiglio degli Studenti,
e dopo mesi di silenzi, il dibattito sembra sopito. Ma con questo
profumo di elezioni forse i tempi sono maturi per riaprire un tavolo
di discussione e trovare finalmente un punto di accordo?
Sotto il titolo di diritto allo studio
dovrebbe rientrare pure quello di raggiungere l’Ateneo col proprio
mezzo e di non dovere spendere capitali in monetine per parcheggiare.
Come se le tasse universitarie non fossero già abbastanza.
Cara AMT, gli studenti non snobbano,
gli studenti piuttosto sborsano! E se proprio non ci vuoi agevolare,
almeno forniscici le macchinette cambia moneta… gli spiccioli ci
servono per il caffè.
di Francesca Cantone
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