Fatti e
notizie: il giornalismo può, forse, prescindere da essi?
Quest’anno, la nostra redazione ha
avuto la fortuna di incontrare dei professionisti del mestiere, che
hanno sciolto alcuni nodi e hanno in parte corretto quella falsa
immagine del giornalismo, che aleggiava nelle nostre menti. Abbiamo
raddrizzato il concetto, liberandolo dalle incrostazioni, fino a
farlo divenire pietra miliare del nostro giornale.
Alla domanda iniziale, oggi, mi sento
di rispondere un no secco. Per partire dalle definizioni, il
giornalismo è quell’attività di pensiero diretta a fornire
informazioni. Riconoscendo la libertà di manifestazione del
pensiero, la nostra Costituzione non fa altro che garantire, quindi,
riempiendo di contenuti suddetta libertà e adattandone la forma ai
mezzi di diffusione, la libertà di informazione. Una libertà che ha
come postulato, come limite, come occasione per il suo esercizio e,
soprattutto, come contenuto, i fatti.
Parlare di giornalismo d’opinione,
credendo di poter espellere totalmente i fatti da esso, è, non solo
un atto di arroganza, ma una mostruosità concettuale.
Giornalista è chi riporta delle
notizie. E’ chi insegue i fatti, li ricerca, li rielabora, chi
riesce a ricavare dalla realtà la notizia, dandola, poi, in pasto ai
lettori.
L’opinione? E’ un contorno. Con
questo, non voglio sminuire l’importanza delle opinioni. Ma,
semplicemente, affermare che quando queste non sono supportate dai
fatti, non solo finiscono per essere vacue e inconsistenti, ma non
hanno ragion d’essere. Solamente quando si accompagnano ai fatti,
costituendone la parte terminale, limitandosi ad assumere la sostanza
di commenti, possono dirsi congrui al mezzo e alla professione di
giornalista.
Sostenere che non è importante
riportare i fatti come stanno, significa ignorare “l’inderogabile
obbligo” del giornalista di “rispettare la verità sostanziale
dei fatti” (art.2 l. n.69/1963). Un obbligo che incontra, nel suo
percorso, l’interesse del lettore a conoscere la realtà, in un
gioco armonico di bilanciamenti che sembra stare in piedi per caso.
L’abilità del giornalista sta nel
cogliere, nella multiformità della realtà, ciò che è di interesse
per il pubblico. Le notizie si trovano per strada, al mercato, al
bar, tra i corridoi del nostro Ateneo. Possono anche venirti
incontro, ma la bravura di un giornalista sta nel saperle
riconoscere, nel cogliere la palla al balzo, battere sul tempo le
altre fonti di informazione, o, quando è troppo tardi, adattare la
notizia al proprio pubblico, scegliendo un taglio inedito, un vestito
su misura per il proprio target di lettori.
D’altronde, come già detto,
l’esserci stesso del giornalismo non trae forse la propria
giustificazione nel continuo divenire della realtà che ci circonda?
Esisterebbe la libertà di informazione senza il proprio contenuto?
L’informazione non è, infatti, la rappresentazione di un fatto?
Per questo e per non ingannare i
lettori, abbiamo deciso, da questo numero, di inserire la nuova
rubrica “Opinioni”, in modo da tener ben distinti i fatti dai
commenti.
Questa distinzione, speriamo, vi
aiuterà a non confondere ciò che è realmente accaduto, rispetto
alla nostra personale e soggettiva visione delle cose.
Miriam Romano
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