ricomincia l'Anno Accademico e la
voce degli studenti continua a farsi sentire attraverso le pagine di Pass.
Sempre di più, ultimamente, un
dubbio ci assilla: che non sia PASSata l'epoca del giornale cartaceo? Tra
Facebook, Twitter, Iphone, Ipad e Tablet, e un'informazione che corre alla
velocità della luce attraverso gli impulsi di internet, c'è ancora spazio per
la carta stampata? Quando basta un clic per essere catapultati dall'altra parte
del mondo, e sapere cos'è successo in Sud Africa o in Brasile, c'è ancora
qualcuno disposto a fare lo sforzo di prendere in mano una rivista, sfogliarla
e magari leggere un articolo che trascende di molto la brevità di un tweet?
La scomparsa dei giornali
stampati, e il continuo fiorire di quelli online, o più semplicemente di blogs,
è una realtà, oggi, con la quale, nel bene o nel male, bisogna confrontarsi.
C'è chi incolpa la nuova generazione, tacciandola come più superficiale o
frivola, poco propensa a soffermarsi e ad andare al centro dei problemi. C'è
chi, osservando che non sono solo i più giovani ad avere sostituito il
quotidiano cartaceo con la lettura più sbrigativa di quello online, ne fa una
questione di tempo. Martellati, forse, da un bisogno consumistico, che nella
nostra epoca si fa sempre più pressante, ci accontentiamo di estrapolare le
linee essenziali del mondo dell'informazione, in modo da sfruttare nel miglior
modo possibile il tempo, che le ore di lavoro e di studio ci sottraggono. Il
trucco è assimilare di più, in poco tempo, con la minor spendita possibile di
energia. Sembra quasi l'enunciazione di un principio economico.
Ma non vogliamo, con questo,
denunciare lo sviluppo tecnologico o tagliarci fuori dal progresso,
rimpiangendo un'epoca d'oro ormai passata. Semmai, affermare come le due realtà
possano e debbano convivere, traendo benefici l'una dall'altra, nutrendosi
della reciproca linfa vitale. Vogliamo, infatti, privarci del piacere, prima
che intellettuale, direi fisico, che risiede nella lettura di una rivista
cartacea? Vogliamo smettere di sentire le pagine scorrere al tatto delle nostre
mani e aspirare l'odore della carta appena stampata? Ce la sentiamo di porre
fine ad un'esperienza totalizzante, che avvolge tutti i nostri sensi?
Noi di PASS no. Ma, dalla
consapevolezza che per fare informazione oggi, non ci si può sottrarre dalla
realtà virtuale, che, per la sua duttilità, è in grado di arrivare nei più
reconditi spazi del nostro Ateneo, a partire da quest'anno accademico ci
trovate anche sul web (www.passmagazine.blogspot.com). Se volete anche voi,
lettori, provare a fondere questi due aspetti della comunicazione ed entrare a
far parte della redazione di PASS, scrivete al solito indirizzo passunivr@gmail.com.
di Miriam Romano
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