venerdì 2 gennaio 2015

Interstellar e i capolavori di Christopher Nolan

                                                                                           (clikka per il pdf del numero di novembre di Pass)

E’ curioso come negli ultimi anni al nome di Christopher Nolan, regista e sceneggiatore, sia accomunato il termine capolavoro. D’altro canto uno che è riuscito a propinare Batman a chi il fumetto non lo digerisce nemmeno col brioschi, che ha letteralmente masturbato cervelli col suo intricato Memento, meravigliato con The Prestige e lasciato a bocca aperta con Inception, qualcosa di molto buono dovrà pur avercelo. Pellicole che probabilmente non sono capolavori assoluti, ma che riescono a imporsi come tali per chi le apprezza e si fa trasportare.
Il 6 novembre è uscito in sala Interstellar, ennesima sua opera da regista e sceneggiatore (assieme al fratello Jonathan), e a ciò si è chiaramente inserita un’aspettativa elevatissima da parte tanto dei sostenitori quanto dei detrattori, pronti a osannare o affossare il racconto del viaggio interstellare che l’umanità deve compiere per salvarsi dall’estinzione. C’è da dire che - e a scrivere è uno che se non frena l’entusiasmo gli parte capolavoro! facile facile - Interstellar è un gran bel film, ma no, non un’opera imperdibile e perfetta. Di sicuro funziona, molto bene, e quindi pare superficiale dirlo, ma non si può giudicarlo incasellandolo in Assoluta Perfezione o Merda Inguardabile, orrenda tendenza questa, inscenata dietro a certi filmaker ad opera di boriosi troll da tastiera.

Tornando al film, Interstellar è di sicuro uno di quelli che, in un tempo in cui pare di aver già visto tutto per quanto riguarda i temi fantascienza ed esplorazione spaziale, compie quel piccolo (e raro) passo che ti lascia per un attimo incantato di fronte allo schermo. Un intreccio di avventura, pathos ed emozioni, impreziosito però dalla stretta collaborazione col famoso fisico teorico Kip Thorne, che ne da plausibilità e verosimiglianza. Sì perché Nolan non lascia nulla al caso, e per quanto tratti di Fanta –Scienza, la seconda caratteristica di questo genere narrativo, in ambito di wormhole e blackhole, è supportata dai più moderni dati scientifici, tanto che per la prima volta, al cinema, si ha la possibilità di vedere come attualmente sono rappresentati tali fenomeni al limite dello scibile umano. Ed è per questo forse che ci si aspetterebbe un certo tono dal film, invece disilluso.
Si ha infatti che quanto più è calibrata la parte scientifica della storia, tanto più Interstellar spinge sull’interiorità umana, sull’universo di mente e cuore in crisi se una nullità come la singola persona è persa nell’immensità del vuoto, posta davanti a scelte tangibili con conseguenze inconcepibili. Una devianza, rispetto alle aspettative e/o premesse, che crea riflessioni, dubbi e contrasti, portando a facili sentenze quali Capolavoro o Schifezza.
Finché siete in tempo allora siete caldamente invitati a godervi questo spettacolo nella sua migliore esposizione, ovvero in sala. Vi spingerete nello spazio con un nodo alla gola, pensando ai cari che vi lasciate alle spalle, esplorerete l’ignoto immersi nelle note del talentuosissimo compositore Hans Zimmer, e affronterete le conseguenze della relatività di Einstein scoprendo quanto potenti siano forze come la gravità e concetti quali il tempo e l’amore.

Poi rifletteretere, ci penserete su, darete un giudizio.

di Davide Storti

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