Giovedì 30 aprile, in concomitanza con l'Esuday all'Università di Verona, si è tenuta una delle tappe del tour #NonCiFermaNessuno presentato da Luca Abete di Striscia la Notizia.
Noi di Pass Magazine siamo andati a incontrarlo, e questa è l'interessante chiacchierata che ne è seguita.
Luca Abete e un po' di redazione. |
Ciao Luca! Intanto ci presentiamo. Noi facciamo parte della rivista
degli studenti dell’università di Verona, Pass Magazine, e intanto volevamo
chiederti come hai trovato Verona e che accoglienza hai avuto.
Maah non mi ha picchiato ancora nessuno quindi mi sembra già
questa una buona notizia! No no sto scherzando. Io sono arrivato ieri, era
tardi, ho fatto un giro in centro ed è una città bellissima. Tra l’altro ci
mancavo da quando facevo la quarta liceo, quindi praticamente da una vita. Venimmo in gita da queste parti.
Oggi c’è una giornata di grande festa, vedo grande fermento
perché non è una giornata come tante altre ed è anche uscito il sole. E' un buon presagio, sarà un grandissimo pomeriggio!
Noi inseguiamo una passione scrivendo nella
nostra rivista, quella per la scrittura, e cerchiamo passo dopo passo di farla
crescere anche appassionando i nostri lettori. Tu hai qualche suggerimento in
merito da darci?
Beh dal punto di vista editoriale non penso di
essere la persona più adatta a dare questo tipo di suggerimenti. Dal punto di
vista motivazionale e personale però penso che ognuno di noi debba avere una
consapevolezza, quella che lavorando bene e credendo veramente nella bontà di
un percorso, senza farsi mai distrarre dalle difficoltà e da coloro che magari
vogliono metterci i bastoni tra le ruote, si possa arrivare davvero
dappertutto.
Io facevo lo studente di architettura e facevo
il clown, e mi sono ritrovato a Striscia la Notizia con una storia che sembra quasi una favola ma è
tutta vera. Senza raccomandazioni di nessuno sono arrivato al programma più
seguito dalla tv italiana. Se ce l’ho fatta io ce la potete fare anche voi e ce
la può fare chiunque.
Tante persone si fanno scoraggiare dagli agenti
esterni, non corrono proprio perché pensano che questa gara sia già
pilotata verso una figura che può essere raccomandata o fortunata più di noi,
mentre non ci si rende conto che è la corsa ciò che importa. Se ci vede
convinti, determinati, magari anche sconfitti alla fine, almeno abbiamo corso e
abbiamo perso, ma possiamo dire di aver fatto quello che potevamo. Troppa
gente purtroppo, e questo va ammesso, rinuncia a correre proprio con
l’alibi che è il nemico di tutti i sogni, che non ci sia possibilità di farcela.
Secondo te ci vuole più talento o più fortuna?
Ci vuole tutto. Ci vuole talento, fortuna,
capacità di resistere, costanza. A volte dei talenti non riescono a raggiungere
il sogno e vedono un altro meno talentuosi farcela. Magari perché aveva
capacità di sopportazione a momenti difficili, ha saputo rialzarsi dopo una
caduta, mentre invece accade che una persona di talento dopo una
caduta non riesca più a rialzarsi.
Sono tante piccole cose messe insieme che poi non
si possono scrivere oggi per il futuro. Non c’è una ricetta, che altrimenti
tutti quanti noi con la ricetta in mano invece di fare il pandoro potremmo
metterci a fare gli uomini di successo. Il bello però è che proprio perché ci
sono tante incognite, proprio perché dietro l’angolo non sappiamo cosa ci sia, la vita resta una cosa meravigliosa. E dobbiamo vedere una cosa
importante: non più l’obiettivo come diventare famosi, ricchi, potenti, avere
notorietà, ma stare bene con noi stessi, essere felici, essere capaci di stare
bene con gli altri. Nel momento in cui ci sono queste condizioni , non vi
rendete conto che vale più questo del miglior voto all’università.
Io non ho studiato giornalismo, non ho studiato
televisione, non ho mai fatto un corso di dizione, e si sente. Nessuno mi ha
mai detto come fare questo lavoro. Mi sono messo, l’ho fatto, e oggi a detta di
qualcuno lo faccio meglio di persone che hanno studiato. Lo studio è
fondamentale ma soprattutto dobbiamo coltivare quello che siamo noi, senza
perdere mai di vista che la vita è fatta anche di piccoli capitomboli, ma noi
siamo quelli che non li ferma nessuno.
Dato che ti sei ritrovato ad avere una certa
fama, e magari non l’avevi calcolato, il giudizio degli altri è mai stato un
problema? Ti hanno creato fastidi? Ti sei mai sentito ferito?
Il giudizio degli altri ti può influenzare in
tanti modi. Oggi vedo tante persone che per una piccola apparizione in tv si
credono delle star. Così facendo rovinano la grande opportunità che hanno avuto
trovandosi con veramente nulla in mano. Quando facevo il clown nella mia città
ad Avellino, città molto piccola, facevo anche un programma televisivo e…
Ma... il clown nel senso che facevi proprio il
clown?
Ahah, il clown, sì sì sì.
Pensavo intendessi come modo di dire.
No no, lavoravo con i bambini. E poi facevo
anche uno spettacolo in tv. E ti assicuro che ad Avellino, città piccola,
vedere uno di 27 anni che parlava coi bambini era considerato il fesso, il
cretino, lo stupido della città. Oggi gli stessi che mi chiamavano cretino
dicono di essere miei migliori amici, hanno rispolverato le vecchie foto che
magari tenevano in gabinetto e le mettono in soggiorno. Questo per farvi capire
che l'opinione delle persone in un certo senso non serve.
Serve in altre condizioni. Io per esempio io uso
molto i social network e leggo tutti i commenti che mi arrivano, perché sono
degli indicatori veramente utili per capire cosa la gente vorrebbe e pensa di
un certo tipo di percorso, che sia il servizio in sé o un aspetto marginale.
L’opinione delle persone è importante ma per migliorarci. Non bisogna mai
esaltarsi quando le cose vanno bene, abbattersi quando vanno male, bisogna
andare avanti per la propria strada perché non ci ferma nessuno.
Ultima domanda. Che risposta ti aspetti dagli
studenti da questo tour?
Noi abbiamo un tour iniziato a settembre, quindi
siamo in dirittura d’arrivo. Ogni città ha reagito a modo suo. In ognuna
abbiamo incontrato gli scettici, gli esaltati, quelli che dopo l’incontro mi
hanno abbracciato come ci conoscessimo da una vita dicendomi grazie.
Nell'incontro di Milano ad esempio una ragazza mi ha abbracciato e mi ha detto Mi hai svoltato la giornata, e questa è la più grande soddisfazione.
Non ci sono ricette magiche come dicevamo prima,
non credo io possa cambiare il destino delle persone. Però questo tour vuole
provare, in questo primo anno soprattutto, a sperimentare e a sperimentarsi, e
captare da parte vostra quali sono i consigli e i suggerimenti, quelle forme di
coinvolgimento che possono aiutarci ad essere sempre più in linea con le
esigenze di chi ci ascolta, per poi arrivare, e questo è l’obiettivo, a creare
una grandissima community che possa essere la community degli italiani tosti,
degli italiani massicci, degli italiani che non si fermano davanti a nulla.
di Davide Storti
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