domenica 14 settembre 2014

Vita da ESU... li


Dopo anni ed anni di intenso studio, finalmente si è arrivati all'Università, meta ambita e agognata da molti, temuta e guardata con diffidenza da altri. Ma da qualunque prospettiva la si guardi, rimane indubbio che l'etichettatura a mero numero di matricola sia (ironicamente?) un evento capitale nella vita di uno studente, segnante l'ingresso in un mondo nuovo, affascinante e vivacissimo, seppur non privo di insidie. Al rischio di perdersi per una impostazione diversa dell'organizzazione dello studio rispetto alle scuole superiori, si aggiunge infatti quello non irrilevante di cadere nella trappola dell'eccesso, che miete le vittime migliori ogni mercoledì sera: studenti sepolti dai libri rinchiusi in Frinzi, e studenti sepolti da bicchieri rinchiusi nei vari locali della zona.
E dove l'eccesso trova migliori e numerosi proseliti è senza dubbio la schiera degli studenti così detti fuori sede, giovani temerari strappati alle amorevoli cure della famiglia costretti a vivere, a seconda dei casi, diversi giorni o diverse settimane (e a volte pure diversi mesi) nella completa autogestione, a barcamenarsi tra relazioni esasperanti con padroni di casa e coinquilini e problematiche alimentari non indifferenti.
Forse non così ludica e spensierata come si pensa dunque la vita del povero studente fuori sede, e in  occasione della riapertura, il 16 luglio scorso, delle iscrizioni ai corsi, frotte di matricole si preparano a fare i conti con le sfide di questa stimolante avventura.
Ma quale occasione migliore per mettersi alla prova se non quella universitaria, e come fare per sfruttare al meglio le opportunità che questa ci offre?
Una vita solitaria potrebbe essere vista come ideale da molti studenti: pochi rischi, molta privacy e sicuramente parecchia tranquillità, caratteristiche seducenti e desiderabili soprattutto nei periodi più stressanti delle sessioni d'esame...ma a questo punto ci sarebbe da riflettere sul bagaglio di esperienze collezionato dopo aver vissuto così beatamente fino al termine degli studi.
Un bagaglio forse troppo leggero! Uno zaino vuoto da tenere penzoloni sulle spalle, pulito, ordinato, senza strappi o dediche indelebili da mostrare orgogliosamente come trofei di guerra.
Perché si, dividere la stanza e l'appartamento con altri coetanei è combattere per la sopravvivenza giorno dopo giorno, è un continuo gioco di adattamento e di tattica da mettere in atto su qualsiasi aspetto del quotidiano, dalla conquista del bagno alla pulizia della casa, all'acquisto della carta igienica, ma è una battaglia che tempra il carattere e fa crescere, è uno degli aspetti fondamentali (ed obiettivi) del periodo di studio universitario.
Il suggerimento, indirizzato alle matricole vecchie e nuove quindi, è di cogliere ed approfittare di tutte le possibilità che vengono offerti dall'Ateneo come da tutti quegli organi ed enti che vi gravitano intorno, primo fra tutti l'ESU di Verona, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, con servizi volti a coprire tutte le aree di interesse del corpo studentesco, al fine di agevolarne gli studi e sostenerne il percorso di formazione: con più di 500 posti alloggi in strutture dislocate nei pressi delle varie sedi dell'Università scaligera, servizio di ristorazione, agevolazioni su trasporti, oltre che varie tipologie di borse di studio regionali, l'Ente consente a tutti gli studenti di vivere appieno le esperienze più disparate, crescendo insieme con dialoghi sempre aperti e costruttivi.
Prima di lasciare il comodo nido di casa per raggiungerne un altro che, seppur analogamente comodo e tranquillo, risulterebbe al più tardi sterile e triste, sarebbe allora davvero un errore imperdonabile almeno non considerare l'opportunità così allettante di mettersi alla prova e rivalutarsi, andando a condividere un pezzo importante di vita con altri studenti che, seppur inizialmente estranei, potrebbero riempire quel famoso zaino di tesori inestimabili ed esperienze (sia positive che negative) fondamentali per lo sviluppo della propria personalità.

Non più esuli dunque, ma viaggiatori consapevoli, guerrieri forti e temprati da battaglie per la sopravvivenza, e forse, chissà, ricchi di compagni di avventure per la vita.

di Francesca Cantoni

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