Dopo anni ed anni di intenso studio, finalmente si è
arrivati all'Università, meta ambita e agognata da molti, temuta e guardata con
diffidenza da altri. Ma da qualunque prospettiva la si guardi, rimane indubbio
che l'etichettatura a mero numero di matricola sia (ironicamente?) un evento
capitale nella vita di uno studente, segnante l'ingresso in un mondo nuovo,
affascinante e vivacissimo, seppur non privo di insidie. Al rischio di perdersi
per una impostazione diversa dell'organizzazione dello studio rispetto alle
scuole superiori, si aggiunge infatti quello non irrilevante di cadere nella
trappola dell'eccesso, che miete le vittime migliori ogni mercoledì sera:
studenti sepolti dai libri rinchiusi in Frinzi, e studenti sepolti da bicchieri
rinchiusi nei vari locali della zona.
E dove l'eccesso trova migliori e numerosi proseliti è senza
dubbio la schiera degli studenti così detti fuori sede, giovani temerari
strappati alle amorevoli cure della famiglia costretti a vivere, a seconda dei
casi, diversi giorni o diverse settimane (e a volte pure diversi mesi) nella
completa autogestione, a barcamenarsi tra relazioni esasperanti con padroni di
casa e coinquilini e problematiche alimentari non indifferenti.
Forse non così ludica e spensierata come si pensa dunque la
vita del povero studente fuori sede, e in
occasione della riapertura, il 16 luglio scorso, delle iscrizioni ai
corsi, frotte di matricole si preparano a fare i conti con le sfide di questa
stimolante avventura.
Ma quale occasione migliore per mettersi alla prova se non
quella universitaria, e come fare per sfruttare al meglio le opportunità che
questa ci offre?
Una vita solitaria potrebbe essere vista come ideale da
molti studenti: pochi rischi, molta privacy e sicuramente parecchia
tranquillità, caratteristiche seducenti e desiderabili soprattutto nei periodi
più stressanti delle sessioni d'esame...ma a questo punto ci sarebbe da
riflettere sul bagaglio di esperienze collezionato dopo aver vissuto così
beatamente fino al termine degli studi.
Un bagaglio forse troppo leggero! Uno zaino vuoto da tenere
penzoloni sulle spalle, pulito, ordinato, senza strappi o dediche indelebili da
mostrare orgogliosamente come trofei di guerra.
Perché si, dividere la stanza e l'appartamento con altri
coetanei è combattere per la sopravvivenza giorno dopo giorno, è un continuo
gioco di adattamento e di tattica da mettere in atto su qualsiasi aspetto del
quotidiano, dalla conquista del bagno alla pulizia della casa, all'acquisto
della carta igienica, ma è una battaglia che tempra il carattere e fa crescere,
è uno degli aspetti fondamentali (ed obiettivi) del periodo di studio
universitario.
Il suggerimento, indirizzato alle matricole vecchie e nuove
quindi, è di cogliere ed approfittare di tutte le possibilità che vengono
offerti dall'Ateneo come da tutti quegli organi ed enti che vi gravitano
intorno, primo fra tutti l'ESU di Verona, Azienda Regionale per il Diritto allo
Studio Universitario, con servizi volti a coprire tutte le aree di interesse
del corpo studentesco, al fine di agevolarne gli studi e sostenerne il percorso
di formazione: con più di 500 posti alloggi in strutture dislocate nei pressi
delle varie sedi dell'Università scaligera, servizio di ristorazione,
agevolazioni su trasporti, oltre che varie tipologie di borse di studio
regionali, l'Ente consente a tutti gli studenti di vivere appieno le esperienze
più disparate, crescendo insieme con dialoghi sempre aperti e costruttivi.
Prima di lasciare il comodo nido di casa per raggiungerne un
altro che, seppur analogamente comodo e tranquillo, risulterebbe al più tardi
sterile e triste, sarebbe allora davvero un errore imperdonabile almeno non
considerare l'opportunità così allettante di mettersi alla prova e rivalutarsi,
andando a condividere un pezzo importante di vita con altri studenti che,
seppur inizialmente estranei, potrebbero riempire quel famoso zaino di tesori
inestimabili ed esperienze (sia positive che negative) fondamentali per lo
sviluppo della propria personalità.
Non più esuli dunque, ma viaggiatori consapevoli, guerrieri
forti e temprati da battaglie per la sopravvivenza, e forse, chissà, ricchi di
compagni di avventure per la vita.
di Francesca Cantoni
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