venerdì 14 novembre 2014

''L'unico vero possesso dell'uomo è nelle cose che ha perduto'' Dici davvero De Silva?

                                                                                          (clikka per il pdf del numero di ottobre di Pass)

Vi risparmiamo il classico romanzo a lieto fine, la storia strappa lacrime, dialoghi di passione ed intrighi.
Niente grandi amori questa volta, troppo lontani dalla realtà per poter dare speranza. E niente capitoli gremiti di fantasie.
Un bistrot e una perfetta storia d’ amore di due persone che si sfiorano senza incontrarsi mai: solo questo in “Mancarsi “ di Diego De Silva.

Partiamo dall’ inizio.
In copertina, l’immagine catturata nella foto di Roy Bishop, è quella di una figura (probabilmente femminile) che scende una scalinata in trench nero. I capelli, corti e corvini, la rendono quasi un’ombra intenta a fuggire. Non si volta e continua la sua discesa verso un  muro sbiadito. Il lettore non può che guardarla incapace di capire se sia lei che si sta allontanando, oppure lui a lasciarla andare (simbolo forse di quell’amore che ancora una volta non si è riusciti a trattenere?).

In un mondo in cui, come hanno svelato recenti ricerche, la domanda più frequente fatta a Google è “ How to love?”, come possiamo pensare che la questione sull’amore sia chiusa? Come possiamo soprattutto credere che un motore di ricerca possa darci una risposta?

Può farlo questo libro? Meglio non sottovalutarlo.
Il piccolo trattato filosofico edito da Einaudi nel 2013, trova la sua chiave di lettura nel titolo. Sono infatti  le vite di Irene e Nicola, spiate  e pedinate dall’autore, che portano a riflettere sul significato intrinseco del verbo  “mancarsi”.
Entrambi provengono da storie finite: lei, separatasi dal marito quando il matrimonio comincia a zoppicare. Lui, confuso ed addolorato per la morte della donna che aveva smesso di amare ormai da tempo. Loro, frequentatori dello stesso bistrot, affezionati a quello stesso tavolo sovrastato da un'immagine di Buster Keaton.
Sarebbero destinati ad una splendida storia d’ amore… se solo si incontrassero.
Ma si mancano. Non solo l’uno nella vita dell’altra, ma anche “geometricamente” in un gioco di incontri mai (o almeno fino all’ultima pagina) avvenuti.

Difficile non immedesimarsi in questo scherzo di possibilità. 
Difficile non domandarsi se si hanno le carte in regola per riconoscere la persona che potrebbe cambiare la nostra storia.
Difficile, nel caso in cui questa certezza la si abbia, alzarsi dal proprio tavolino e andare a presentarsi.
Quante volte la persona perfetta ci è passata accanto senza che ce ne accorgessimo?
E quante volte abbiamo creduto di vederla in un sorriso, in un cenno o addirittura in un silenzio?
Quello di cui parla De Silva, sia ben chiaro, non è  l’amore fatto di sentimenti assoluti, di grandi ideali. Sono dettagli, idiozie: “C’ innamoriamo di minuzie, di riflessi in cui vediamo l’altra persona come pensiamo che nessuno l’abbia mai vista e mai la potrà vedere”.
Leggere “Mancarsi “ non significa trovare risposte; il consiglio però è quello di mettere sotto braccio anche questo libro, insieme a molti altri, ed iniziare a darsi una possibilità. Una reale chance alla felicità.
Le pagine sono meno di cento. Il costo di dieci euro.

Sicuri di non volergli dare una letta?

di Teresa Giavarina

Nessun commento:

Posta un commento